6 pianti, 2 doule, 1 mamma e Nicholas

C’era una volta Francesca che si sentiva spersa, incapace e una “cattiva mamma”. Ma Francesca aveva una bellissima potenzialità, non voleva più stare in questi panni e quando il suo piccolo Nicholas compì 6 mesi decise che era arrivato il momento di cambiare strada. Ma come capire quale era la strada giusta? Nel confronto trovò la risposta.
Tramite un canale di comunicazione virtuale ad ampissimo raggio (facile immaginare quale), cominciò a esplorare e rimase attratta da una figura misteriosa… la doula. Scoprì che nella sua città ce ne erano diverse, ma come sceglierla? Si affidò ad una donna che si fece tramite per lei, mettendosi in contatto con due doule che pur avendo ambedue risposto subito all’appello, lo avevano fatto ognuna nel suo modo, dimostrando in entrambi i casi empatia ed individualità. La donna non sapeva a questo punto chi scegliere, ma la fortuna volle che le due doule fossero già legate da un affetto e da una confidenza professionale. Il problema era quindi risolto prima di nascere! Le due doule, Linda e Cristina, potevano collaborare rispettando i tempi e le esigenze di Francesca.
Nella prima telefonata a Cristina, Francesca, come un fiume in piena, raccontò il suo disagio e la sua sofferenza: “Sono consapevole di non farcela, che non mi piace sentirmi così con lui… Voglio trovare il modo, non voglio che il tempo passi senza sciogliere questi nodi che conosco ma che non so da che parte affrontare!”
Francesca era educatrice e quello che la faceva impazzire era il fatto che si era preparata tantissimo su come affrontare la gravidanza e il parto ed era andato tutto bene, mentre per il post parto pensava di essere a posto, forte della sua formazione. Ma i bimbi sono bravissimi a sovvertire le nostre aspettative e i nostri schemi e infatti Nicholas con il suo pianto portava la mamma in uno stato di panico, ansia e senso di inadeguatezza, che lei proprio non riusciva a sopportare.
Nicholas riuscì a sovvertire non solo gli schemi della sua mamma, ma anche quelli di Linda e Cristina. Avevano preparato un bellissimo laboratorio dei “superpoteri” delle mamme, che però rimase in canna…. Pronto, ma mai realizzato. Nicholas le portò da un’altra parte, aiutando la sua mamma a farle intuire la strada da intraprendere. Le doule fecero un passo indietro sulla loro idea e costruirono insieme a Francesca una nuova cornice. Compito a casa: le sfumature del pianto (quale occasione migliore per una educatrice, di un bel compito a casa?)
Cristina, che per prima aveva cominciato gli incontri con Francesca, intuì che nel pianto di Nicholas c’era la chiave per lavorare con la sua mamma, ma non andava da nessuna parte con i suoi pensieri, girava e rigirava, fino a quando parlando con Linda e facendo diventare parole le sue cogitazioni il disegno che emerse come un bassorilievo fu più chiaro. Fu Linda a trovare il filo conduttore… era vero, Francesca più volte aveva parlato di quanto il pianto di Nicholas la mettesse in crisi e quanto lei si affannasse per cercare di prevenirlo prima che fosse troppo tardi… troppo tardi per cosa? Cosa sarebbe potuto succedere se lei avesse aspettato? E perché stando al suo racconto, invece, un pianto disperato, ma riconducibile ad una causa precisa, non la mandava nel pallone?

La nostra proposta fu di cambiare approccio, invece di passare subito all’azione per fermare il prima possibile il pianto, prendersi piuttosto uno spazio di osservazione e di ascolto. In quanti modi piangeva Nicholas?
Le doule pensarono un laboratorio sulle sfumature del pianto chiedendo a Francesca di osservare il suo bimbo e di raccontare nell’incontro successivo in quanti modi piangesse Nicholas. Mai si sarebbero aspettate che lei sarebbe andata ben oltre la loro proposta…. Che meraviglia, non solo 6 sfumature di pianto, ma con un nome preciso assegnato ad ognuna e accanto ad esse il sentimento suscitato in Francesca! E da qui, la soluzione servita da lei stessa su un piatto d’argento: il nodo centrale del suo malessere, quella che la mandava nel panico, era da lei definito “LA LAGNA”.
Allora concentriamoci solo su questa lagna, osserviamola!
Adesso che c’era il perimetro definito intorno al problema (LAGNA) e qualcuno insieme a cui affrontarlo (DOULE), Francesca non aveva paura di andare avanti e capì che poteva permettersi di prendersi uno spazio di ascolto per il suo bambino e non intervenire già nella sfumatura precedente (PRELAGNA).

Da quel momento le doule e Francesca sentivano che era cominciata la discesa in quella bella strada che avevano percorso insieme. La mamma poteva vedere senza paura che sia Nicholas che lei stessa erano diversi da ciò che si era immaginata durante la gravidanza e le doule proseguirono sul loro sentiero con nel cuore una grande pienezza e soddisfazione, consapevoli che il punto di maggiore forza viveva nel loro confronto e nella loro collaborazione.
Solo a posteriori scrivendo questa storia Linda e Cristina hanno capito che il valore aggiunto era poter essere la doula di Francesca e contemporaneamente essere doula l’una per l’altra.
Cristina Coiro e Linda Covato
Grazie Nicholas e grazie Francesca… di cuore!

 

Da parte di Francesca: Eccomi ho letto l’articolo… e direi che visto che mi ha fatto piangere penso che sia esattamente centrato e congruente con quello che è stato il nostro percorso. Di strada ne ho da fare ma quello che ho avuto con voi è stato il migliore punto di partenza che potessi avere… la doula (o le doule nel mio caso, che fortuna) sono una mappa del tesoro, un’ambulanza, una coperta calda. Grazie. Mi fa piacere se lasciate i nostri nomi nell’articolo e non so per che scopo è stato scritto ma, se ritenete opportuno, potete inserire anche queste mie parole in calce perché rappresentano il mio piccolo grande grazie per voi

Lascia un commento

* campo richiesto