Mamma grizzly
I nostri figli incontreranno chi non li capirà. Persone di varia natura, che per varie ragioni non saranno alla loro altezza. Che come pure le altre potranno lasciare un segno, perché i figli sono del mondo, non ci appartengono, e la loro storia non siamo noi a scriverla.
Chi compie gesti sciatti, pronuncia frasi scortesi, usa parole sbagliate, modi aggressivi, non dà spiegazioni, non rispetta la loro unicità, o tenterà di tarpargli le ali, lascerà un segno, che lo vogliamo oppure no. Ma possiamo comunque fare tanto. Possiamo esserci. Sempre. Possiamo dirgli che sì, quella fetta di mondo esiste, ma non è l’unica.
Possiamo essere lì con loro e accogliere le loro reazioni, dando loro un nome, dando loro un senso. Possiamo dare un esempio migliore perché sappiano riconoscere cosa non li fa sentire a loro agio, e sapere cosa è giusto e cosa sbagliato. Possiamo essere lì con loro per fiutare insieme, possiamo accogliere la frustrazione che deriva dalla delusione negli altri, ricordandogli che l’incontro è anche e la maggior parte delle volte una ricchezza.
E poi, quando non ci sentono, possiamo imprecare quanto ci serve. Inveire contro quell’incontro e quel momento, dare sfogo a tutta la nostra di frustrazione. Perché quando qualcuno mortifica tu* figli* il genitore grizzly uscirà da dentro di noi, anche se ci abbiamo lavorato Tanto.
Perché se riesco a fare pace con quella fetta di mondo scadente che non mi è dato controllare, a maggior ragione avrò bisogno di accettare quel grizzly enorme e furibondo, ogni volta che vorrà uscire.
Quel grizzly che a volte vorremmo essere davvero, io oggi lo vorrei parecchio
Francesca Palazzetti