Un po’ di chiarezza
Quando incontro una persona nuova e mi chiede cosa faccio nella vita, di fronte alla parola “doula” le reazioni sono molteplici. Nella maggioranza dei casi l’interlocutore sgrana gli occhi e ripete “duuuula?” con fare interrogativo, raramente (ma con mia grande soddisfazione) la risposta è “ma dai, che bel lavoro!” e in molti altri casi le affermazioni che scaturiscono mi spingono qui, a scrivere un pezzo per chiarire alcuni punti chiave di questa professione che con il passare del tempo mi sembra si stia sempre più ammantando di falsi miti da sfatare.
Partirò proprio da quelle frasi che più di una volta mi hanno fatto accapponare la pelle e hanno dato il via alle mie personalissime filippiche.
“Ah, una dula, siete quelle che fanno partorire in casa!”
NO. Innanzitutto non facciamo partorire, a partorire sono le donne e per l’assistenza medica ci sono le ostetriche, ma soprattutto, la doula non è legata al parto in casa. La doula sta accanto alla donna in casa, in ospedale, in clinica. A noi non interessa il luogo che la donna sceglie per partorire, facciamo solo in modo che qualsiasi luogo diventi per quella donna il più accogliente e funzionale possibile.
“Ah, una dula, siete quelle che spingono le donne ad allattare i bambini fino a quando sono grandi”
NO. Non spingiamo la donna a fare niente, nemmeno ad allattare, neonati o bambini grandi che sia. Se la donna non vuole allattare per qualsiasi motivo, noi non ci intromettiamo e se lo chiede la aiutiamo a trovare il modo che le è più congeniale per nutrire suo figlio. Certo, se una donna vuole allattare siamo formate per aiutarla o per indirizzarla da una consulente o da un’ostetrica nel caso ci fossero problemi più gravi, conosciamo la fisiologia dell’allattamento e siamo consapevoli dei benefici immensi che comporta, ma se una donna non vuole allattare non ci passa minimamente per la testa di costringerla, colpevolizzarla o giudicarla.
“Ah, una dula, siete quelle contro l’epidurale”
NO. Non abbiamo niente contro l’epidurale. Se una madre la vuole fare, è una sua scelta. Il rapporto che ogni persona ha con il proprio dolore è una questione intima, e come tale la trattiamo. Se una donna ci chiede cosa ne pensiamo, siamo a conoscenza delle evidenze scientifiche dell’impatto dell’epidurale sul travaglio e la informeremo invitandola a parlarne con l’ostetrica con il personale medico preposto e -sempre se lo chiederà- offriremo delle alternative (tocchi sulla schiena, posizioni durante il travaglio, acqua calda ecc) per affrontare il dolore, ma non è compito nostro spingere la mamma a scegliere o meno l’analgesia.
“Ah, una dula, siete quelle che accendono incensi e fanno riti propiziatori al parto”.
NO. Se la madre vuole accendere un incenso per sua abitudine personale, al massimo possiamo prestarle un accendino. E no, non facciamo riti propiziatori. Il cerchio intorno alla madre si chiama “Blessing Way”, non tutte le doule lo organizzano e non tutte le donne lo desiderano, e cambia a seconda della madre. E’ un pomeriggio di condivisione in cui la madre viene circondata dall’affetto delle proprie amiche che le fanno sentire la loro vicinanza in un momento di cambiamento fondamentale.
“Ah, una dula, siete quelle che fanno mangiare la placenta”
NO, non facciamo mangiare la placenta, santocielo.
Quindi, sostanzialmente, non diamo consigli non richiesti, non giudichiamo, non facciamo paragoni con la nostra esperienza personale, non siamo streghe.
Siamo donne che hanno lavorato sulla loro capacità empatica, che hanno studiato e sono formate per stare accanto alle donne e alle famiglie in un momento delicato, impegnativo e bellissimo senza interferire ma apportando comodità, supporto e vicinanza, scevri da qualsiasi forma di giudizio.
Certo, ognuna di noi è diversa, come diverse sono le donne che si rivolgono a noi. Ci sono doule dolci e materne, altre energiche e di polso, vulcaniche o invisibili, ironiche o seriose. Così che ogni famiglia possa trovare la doula perfetta per lei.
E se una doula dà consigli, giudica, dice alla madre come fare o non fare, quella è solo una cosa: una cattiva doula.
Elisabetta Balìa